Volete sapere perchè il recupero è importante nella programmazione dell'allenamento di ciascuno sportivo? Oggi dedico un post alle basi del recupero.
Il Blog di Claudia
Volete sapere perchè il recupero è importante nella programmazione dell'allenamento di ciascuno sportivo? Oggi dedico un post alle basi del recupero.
Cosa si intende per massimale di dita? Perché è importante calcolarlo? Come si calcola? Non perdete il post dedicato!
Il riscaldamento è importante per ottimizzare la performance durante l'allenamento e prevenire gli infortuni. Scopri come scaldarti prima di allenarti al trave!
Allenarsi da soli, in pochi metri quadri, è una sfida forse più mentale che fisica ed è facile cadere nella trappola della pigrizia. Ecco 5 buoni motivi per allenarsi a casa.
In una tendinopatia, lo scopo di un esercizio ad alta intensità (per alta intensità si intende generalmente più del 70% del massimale) è dare una stimolazione al tendine, tale da indurre una reazione di adattamento. Questo non influenza realmente la porzione tendinea sofferente, che sembra essere in certi casi poco recuperabile, ma piuttosto rinforza la parte ancora sana del tendine, rendendolo pronto alle richieste cui lo sottoponiamo con la nostra attività sportiva. Avete capito bene! In una tendinopatia carichiamo il tendine e soprattutto lo facciamo in maniera seria. Il dosaggio è un ingrediente fondamentale per il recupero. Per darvi un’idea di cosa sia il 70-80% del vostro massimale potete provate a individuare il carico, per quello specifico esercizio, che vi permetterà di fare 7-8 movimenti, senza che possiate concludere la nona ripetizione.
...Dapprima il fastidio al gomito facendo Pan Gullich non lo aveva preoccupato troppo. “Metti un po’ di ghiaccio e pomata, fai stretching e soprattutto riposo!" “Che sia Epicondilite?”... Spesso comincia così, un fastidio più o meno forte, di notte o anche di giorno. A volte l’allenamento sembra farlo passare, ma spesso il giorno dopo si sta peggio. Soprattutto non ci sono riposo, stretching o ghiaccio, in grado di farlo andare via. I mesi passano e un po’ ci si convive, magari si cerca di scalare meno, si segue il consiglio di chi dice di fare riposo e questo a volte serve, si sta meglio… … fin quando non si riprende a scalare. A volte dopo qualche settimana, altre volte già alle prime tacche, quel maledetto fastidio torna a tormentarci e capita di demoralizzarsi davvero. L’epicondilite e l’epitrocleite sono le più comuni tendinopatie del gomito e tra gli infortuni che più frequentemente colpiscono i climbers.
Con le scarpe sprofondate in 5 centimetri di fango, ogni singolo pendio attorno a te ultratritato dagli avventurieri che evidentemente erano qui con la neve fresca, e il termometro che segna 5 gradi, è un po’ difficile pensare di essere capitati davvero nel paradiso del free ride! Non è cominciato nel migliore dei modi il nostro viaggio in Georgia:” Gudauri ski resort, il paradiso del free ride!” Mmmmm…. siamo seri?
La lussazione dell’articolazione gleno-omerale è probabilmente il trauma acuto di spalla più diffuso tra i climbers. Vi racconto la storia di Matteo... Il diedro Mayerl al Sass de la Crusc non ti lascia molte alternative: braccia e gambe in spaccata e tutto si risolve con un precario gioco di equilibri. Così precario che basta un istante e Matteo lo sa bene. Gli scivola un piede, le mani spingono d’istinto e purtroppo con un pizzico di sfortuna la spalla destra lussa. Il chiodo appena rinviato evita la caduta e i soccorsi arrivano presto. Qualche ora dopo la paura è passata ma resta l’amaro di un’estate iniziata nel migliore dei modi, e già finita.
... Ma dentro di me qualcosa non va, la mente non è libera, i pensieri si incastrano tutti esattamente in quell’allungo al verticale brutto e già dalle prime prese non sono carica come dovrei.
“Cla! Da due settimane ho un dolore al polso, mi dai un occhio? Non sta migliorando, e non vorrei peggiorasse.” Nella palestra Intellighenzia Project (Padova) siamo davvero molti ad allenarci, ma le pause pranzo non sono poi così frequentate. Quando non capisco come risolvere qualche boulder mi trovo spesso a chiedere consiglio a Paolo*, che apre la palestra a mezzogiorno. Finalmente posso sdebitarmi! Il suo dolore al polso è insorto da circa un paio di settimane, senza poterlo ricondurre a un movimento in particolare. Non vi è stato alcun trauma, semplicemente si è accorto che dopo l’allenamento il polso era parecchio dolente. Ciò che sembrava scatenare il dolore erano i movimenti di compressione, mano aperta contro volumi più o meno distanti. I primi movimenti andavano bene ma dopo un po’ iniziavano i problemi. Niente volumi? Nessun sintomo.