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L’infortunio di muscoli e tendini nel palmo della mano

L’infortunio di muscoli e tendini nel palmo della mano
30 Agosto 2020Claudia MarioCase StudiesInfortuni Arrampicata8

Lo Stiramento dell’ Unità Flessoria (FUS) è un infortunio riscontrato pressoché esclusivamente nei climbers e per questo motivo la sua diagnosi può essere molto difficile se non vi rivolgete a uno specialista dell’arrampicata.

Che cos’è l’Unità Flessoria della mano?
L’unità flessoria è un insieme di varie strutture muscolari e tendinee che si trovano nel palmo della mano, alla base delle dita. Uno stiramento dell’unità flessoria può coinvolgere alcune o tutte queste strutture, determinando una diversa gravità della lesione. Generalmente, lo stiramento è a carico dei muscoli lombricali, che sono piccoli muscoli presenti nel palmo della mano. La loro origine ed inserzione è a livello dei tendini dei flessori delle dita, anziché su una struttura ossea.

Per anatomia, questi muscoli raramente vanno incontro a forze tensili, ma la richiesta dell’arrampicata di usare prese di varie dimensioni e profondità può determinare un alto carico tensivo che può tradursi in una lesione. Nei casi più severi, lo stiramento può interessare anche la guaina tendinea, e necessita di un diverso programma di fisioterapia. Per questo motivo, se il trauma si accompagna a un dolore molto forte e l’incapacità di muovere normalmente il dito anche senza carico, è indispensabile rivolgersi a uno specialista.

Come succede e quali sono i sintomi?
Dovete sospettare questo tipo di trauma se avete sentito un dolore improvviso mentre usavate un monodito (dolore al dito medio) oppure mentre usavate un bidito o tridito (dolore all’anulare) con il mignolo chiuso in massima flessione.

Il dolore tipicamente si percepisce lungo il dito e nel palmo della mano, ma può anche irradiare nell’avambraccio. Le classiche situazioni in cui si verifica questo trauma sono un piede che scivola improvvisamente o mentre si raggiunge una presa molto distante. Ma anche lanci su buchi, tacche tenute solo con tre dita, o il mignolo che improvvisamente scivola dalla tacca durante il massimo sforzo. Raramente sono visibili gonfiore o ematoma.

Meno frequentemente la lesione dell’unità flessoria avviene senza che ci sia un evento traumatico. In questi casi il dolore al dito e al palmo insorgono dopo l’allenamento o il giorno successivo, specialmente dopo aver fatto molti movimenti intensi su buchi o allenamenti al trave utilizzando prese mono-bi-tridita. Spesso può essere la conseguenza di un allenamento mal calibrato, con una progressione troppo veloce del carico o un sovraccarico di allenamento dell’ultimo periodo. In tal caso sarà opportuno rivedere il programma di allenamento, ricercando un migliore adattamento dei muscoli intrinseci della mano.

Esistono dei test clinici per riconoscere una FUS?
Clinicamente esiste un test che permette di differenziare una FUS da altre problematiche che possono manifestarsi con lo stesso meccanismo traumatico. Provate a fare una sospensione su una tacca da 3 cm circa (con due mani), usando tutte e quattro le dita della mano (escluso il pollice): non dovreste provare particolare dolore. Invece, ci si aspetta che facendo una sospensione in cui si riproduca la posizione delle dita in cui vi siete fatti male (uno, due o tre dita), il sintomo si manifesti. Bisogna sottolineare però che un recente articolo ha rilevato la presenza di FUS anche in atleti che stavano utilizzando una presa a quattro dita. Perciò, se il test clinico non è chiaro, una volta escluse altre problematiche, si può ricorrere all’ecografia o alla risonanza magnetica per avere una diagnosi più precisa.

Nastratura nella fase iniziale

Carico progressivo con presa portatile

Devo smettere di scalare?
Nella maggior parte dei casi lo stiramento dell’unità flessoria non è di grave entità e, con alcuni accorgimenti, si può continuare a scalare. La prima regola è non provocare i sintomi mentre si arrampica. Una possibilità è utilizzare del nastro per evitare di riprodurre la posizione delle dita che ha causato il trauma.

In alternativa, bisogna comunque momentaneamente evitare di usare prese come buchi bidito e monodito, oppure prese in cui si usano solo tre dita e il mignolo finisce in iperflessione. Osservando queste regole non bisognerebbe sentire dolore: se così non fosse probabilmente non si tratta di una FUS o il trauma è abbastanza esteso ed è meglio avere la consulenza di un fisioterapista o medico esperti in arrampicata.

A distanza di qualche giorno o settimana (a seconda della gravità del trauma) si può iniziare a praticare esercizi specifici per rinforzare l’unità flessoria. Un programma di fisioterapia e riabilitazione individualizzato vi permetterà di guarire completamente e soprattutto di prevenire una recidiva dello stesso infortunio. Si dovrà introdurre un carico graduale, su prese bidito e monodito, usando una tacca portatile con qualche peso. In alcuni casi può essere utile praticare anche un leggero stretching per i muscoli lombricali.

Progressivamente si potrà tornare ad allenare bi-monodita al trave, utilizzando uno scarico del peso corporeo. Infine, potrete finalmente rimettere le mani sul tiro che stavate provando. Siamo convinti che dopo una riabilitazione ben programmata si torni più forti di prima.

Stretching muscoli lombricali leggero

Stretching muscoli lombricali intenso

Comments

Giovanni Zaccaria Reply
30 Ottobre 2021

Grazie per questo articolo, molto utile!

Claudia Reply
3 Novembre 2021

Felice di averti aiutato!

Marco Reply
7 Febbraio 2022

Buonasera dottoressa,
proprio ieri ho sentito tirare all’interno dell’avanbraccio tenendo una presa semi svasa a 4 dita. Il dito su cui sento dolore è l’anulare. Lo sento in particolare con polso esteso tentando di estendere le dita: all’estensione dell’anulare sento tirare con leggero dolore all’inizio dell’avanbraccio, appena dopo il polso. In generale sento fastidio in qualsiasi posizione di dita con polso esteso. Devo preoccuparmi?

Grazie

Claudia Mario Reply
15 Febbraio 2022

Buongiorno Marco,
il movimento che stava facendo quando ha sentito dolore coinvolgeva tutte le dita della mano. Diversamente, nella lesione dell’unità flessoria vi è sempre l’esculsione di uno o due dita dalla presa. Nel suo caso potrebbe essere interessato piuttosto il tendine o la guaina tendinea. Le consiglio di rivolgersi a un professioniasta per ottimizzare la guarigione! In bocca al lupo, Claudia.

michele Reply
28 Febbraio 2022

Buongiorno dottoressa e grazie per l’articolo! Penso di aver subito questo infortunio, dopo 10 giorni di nastratura se la tolgo e applico forza all’ultima falange dell’anulare sento ancora fastidio all’altezza del polso. Posso iniziare con degli esercizi? Grazie!

Claudia Mario Reply
28 Febbraio 2022

Buongiorno Michele,
si, puoi iniziare con cautela a fare eesercizi per rinforzare la zona di lesione, ma l’importante è che il carico sia adeguato e progressivo. Esagerare in questa fase inziziale potrebbe esporti al rischio di peggioramento, mentre un esercizio adeguatamente pensato è di certo l’approccio ottimale al tuo problema.

Giuseppe Reply
3 Maggio 2022

Buongiorno Dottoressa… Articolo molto interessante… Volevo chiederle quali sono i tempi di recupero da questo tipo di infortunio seguendo la giusta fisioterapia riabilitativa…

Claudia Mario Reply
17 Maggio 2022

Buongiorno Giuseppe,
i tempi di recupero variano, in base alla gravità della lesione, in un range compreso tra qualche settimana per uno stiramento del muscolo lombricale che non coinvolga il tendine del flessore, fino a tre quattro mesi se la guaina tendinea è stata danneggiata. Non significa stop dall’attività per tutto questo tempo, ma dosare il carico di allenamento e progressivamente rinforzare le strutture danneggiate sottoponendole a stimoli via via più intensi.

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